Quando si dice che il lago Maggiore è un luogo “incantevole”, si minimizza. È una questione di lessico, ma più che altro, di emozioni. Inizialmente ti colpisce: scendi la strada panoramica da Carpugnino, l’uscita dell’autostrada A26, a Stresa e ad ogni tornante forti sono i sussulti al cuore e all’anima.

La vastità dello specchio d’acqua protetto da fitti strati di montagne che si susseguono fino ad arrivare in Svizzera. Li vedi tutti, nel dettaglio, coi loro toni di verde, che poi è blu a seconda dei giochi di luce. I pendii, spogli di grandi costruzioni fino quasi alle rive del lago, sono fatti per essere esplorati, con la calma dei camminatori e il fiato di chi pedala.

E le isole, 3 grandi atolli decorati da una natura rigogliosa e voluta dalle incredibili menti di uomini del passato e abili mani di artisti del presente.
Un panorama troppo perfetto per essere reale. Eppure lo è e racconta una storia secolare.